venerdì 16 aprile 2010

Volley da ridere

Abbiamo parlato della pallavolo spettacolo, considerando VolleyLander come una terra selvaggia: pura e incontaminata. Ma la pallavolo può essere uno sport davvero ibrido. Azioni di gioco in VolleyLander possono trasformarsi in scivolate calcistiche, plastiche facciali e opere di design a favore delle lampade poste sui soffitti delle palestre.

Non capite di cosa sto parlando? Guardate questo video!

mercoledì 14 aprile 2010

Il beach volley

Parliamo oggi di una disciplina VolleyLanderiana nata successivamente all’affermarsi della pallavolo, ma che da tempo vede cimentarsi un numero sempre più considerevole di persone.

Il beach volley è la più famosa variante di pallavolo, tanto da essere riconosciuta dal '96 come disciplina olimpica. Ovviamente non mi sto riferendo a quella specie troglodita di esseri che appena arrivata l’estate si improvvisano pallavolisti provetti nelle spiagge di tutto il mondo, e che finiscono impanati e arrostiti al sole dopo una serie di gesti tecnici davvero imbarazzanti.
Sto parlando di VolleyLanderiani professionisti, con una potenza fisica incredibile, che permette loro buone elevazioni nonostante il pesante attrito della sabbia. Toccare il 50% dei palloni non è un impresa irrilevante e mantenere la concentrazione dopo un’ora di salti, tuffi e schiacciate sotto il sole cocente può risultare davvero difficile.

Le gare di beach volley possono essere davvero emozionanti. Ma ancora più appassionante del vedere una partita di beach è il poterla giocare sul campo. I tornei di beach volley, proposti a volleyLanderiani in versione estiva, sono davvero divertenti e garantiscono una perdita cospicua di calorie! I nuovi impianti sportivi, inoltre, permettono di poter giocare a beach volley in qualsiasi luogo e momento dell’anno. Ed è così che diverse associazioni organizzano divertenti tornei anche per chi è costretto a passare l’estate in città. Le iniziative cambiano di paese in paese. Gli appuntamenti più importanti a livello europeo sono sicuramente a Bibione, la Mecca del beach volley (per info: beachvolley.it).

lunedì 12 aprile 2010

I tornei

Oggi parleremo di una strana usanza che caratterizza il mondo di VolleyLander. Si tratta dell’organizzazione di momenti di ritrovo in cui squadre (anche miste) si sfidano in tornei. Le gare si svolgono tutte in uno stesso luogo. Ed è così che tra una birra e una schiacciata ogni volleyLanderiano può socializzare con i propri simili. In questi momenti è possibile avvistare e studiare tutti i processi di baccagliamento e riproduzione tra i diversi esemplari: il maschio che gonfia i petto, la femmina che ondeggia nei suoi shorts, l’amante che dedica il punto della vittoria alla sua compagna, e così via.

I diversi tornei si classificano in base a come vengono organizzati:

24 h: gara tipica del mondo della pallavolo. I giocatori si ritrovano rinchiusi in una palestra per 24 ore senza avere la possibilità di uscire e comunicare con il resto del mondo. Tra una partita e l’altra tentano un po’ di riposo, oppure si dedicano ad attività ludiche come il rutto libero e il baccagliamento (vedi sopra)

Tornei serali: organizzati d’estate per chi lavora, ma ha voglia di divertirsi un po’. Il livello di queste partite rasenta il suolo. Gli spettatori assistono spesso ad azioni imbarazzanti, ma il divertimento, almeno per chi non è professionista, è assicurato. Sconsigliato ad un pubblico che mastica troppa pallavolo.

Weekend di pallavolo: di natura decisamente più “umana” rispetto alle 24 ore, e frequentato da volleyLanderiani più professionisti rispetto a quelli dei tornei serali. Possono essere un buon compromesso per chi vuole uscire dalla città e dedicarsi ad un po’ di sana pallavolo, unita a sabati sera da delirio tra sesso droga rock ‘n roll … e ovviamente volleyLanderiani arrapatissimi. Per chi volesse provarne uno vi consiglio il prossimo appuntamento a Bibione il 14/15/16 maggio per il famosissimo Beach Volley Marathon (l’anno scorso hanno partecipato più di 2000 squadre)

sabato 10 aprile 2010

Gli scout

Usanza sempre molto comune in VolleyLander sono gli scout, elaborati cartacei o elettronici che permettono ai coach di poter valutare al meglio l'operato dei i loro giocatori. Ed è cosi che piccoli topi di laboratorio iniziano letteralmente a dare i numeri, e con stranissimi simboli a valutare le azioni dei nostri volleyLanderiani sotto giudizio. In sostanza il giocatore viene marcato a fuoco se sbaglia e gli viene puntata una stellina al petto per ogni azione positiva. Cruda indifferenza per chi non fa né male né bene.

Questa è la definizione. E sarebbe bellissimo fosse sempre così. Il problema è che molti esemplari di coach sono tanto pignoli nello stilare una classifica di chi ha contribuito all'esito della gara, quanto alla fine indifferenti quando fa loro comodo, dichiarando che gli scout non sono un buon metro per giudicare l'operato di un giocatore. Ed è così che chi piace al coach gioca, indipendentemente dal numero di punti fatti o subiti in partita. Una logica davvero inspiegabile per gli estranei a questo mondo. Ma questa non è una terra per chi crede nella meritocrazia. Soprattutto in alcune tribù, vige esclusivamente la dittatura assoluta. Perdonatemi la schiettezza, ma meglio farci il callo fin da subito.

Per gli interessati ad approfondire argomenti tecnici sullo scout, rimando ad un blog tecnico sulla pallavolo seguito da Andrea Asta: VolleyWorld.

Per chi volesse ecco invece un file con un programma per svolgere più facilmente gli scout: EasyScout versione 2.0.3 (autore: Andrea Fortunati) - Guida

venerdì 9 aprile 2010

Basta crederci

Quello che voglio proporvi è un set incredibile giocato dalla nazionale italiana contro il Giappone, nelle fasi finali di qualificazione per le olimpiadi di Pechino 2008. Spiegarvi come finirà la partita sarebbe come togliervi ogni sapore dalla visione del filmato. No. Voglio che soffriate con me nel vedere questi 10 minuti di pallavolo spettacolo. Guardate gli occhi dei giocatori: la concentrazione di Fei, la determinazione di Meoni, gli occhi da tigre di Mastrangelo per un muro punto, la speranza di tutta la squadra e la convinzione nelle proprie capacità. Perché nella pallavolo la palla è rotonda e la partita non è finita finché non cade a terra l'ultimo punto.

Tokyo, 31 maggio 2008. Giappone 2 Italia 1. Al quarto set il Giappone conduce 24-17. Ultimo punto ... forse ...


Per piacere di cronaca: l'Italia vincerà anche il quinto set e giocherà le olimpiadi di Pechino classificandosi al quarto posto. Una partita che rimarrà nella storia.

giovedì 8 aprile 2010

Lo spogliatoio

Concludiamo la nostra analisi su VolleyLander analizzando un luogo conosciuto nella sua natura più selvaggia solo da chi è inserito da tempo in questo mondo.

Lo spogliatoio può apparire come semplice stanzino in cui le diverse squadre si mettono in tenuta da gioco, ma è ben più di tutto questo. È un mondo a parte, un luogo nel quale si vive realmente la squadra. Si scherza, si discute, si piange, si ride, ma soprattutto ci si conosce davvero.

Nello spogliatoio ogni giocatore lascia emergere la propria natura più selvaggia: non c’è da stupirsi nel sentire rutti e scorregge, racconti di avventure esotiche (e anche un po’ erotiche), o grida dalla doccia di gente che urla “Piscioooo!” per informare i propri compagni delle sue condizioni fisiologiche. Nello spogliatoio nulla è celato. La verità emerge per quella che è. Le risate da spogliatoio per battute o cavolate sparate in compagnia non hanno prezzo.

Una squadra che ha un buono spogliatoio, non sempre riesce ad emergere ugualmente in campo. Ma una squadra unita ed efficace in campo, non può che essere in sintonia anche in spogliatoio.

martedì 6 aprile 2010

L'arbitro

Si è parlato di ruoli in VolleyLander, ma abbiamo tralasciato una figura leggendaria di questi luoghi. Si tratta di un personaggio mitico, con due corna di dimensioni variabili e una pancetta che emerge dalla maglietta. Per approcciarsi con i volleyLanderiani utilizza uno strano verso simile a un fischio, unito a particolari gesti che utilizza per comunicare dei concetti.

Al contrario dei giudici di altri sport, per essere arbitri di pallavolo non occorre alcuna forma fisica: il direttore di gara è posto su un trespolo e la massima attività fisica che gli viene richiesta consiste nel ruotare la testa di 90 gradi per poter controllare entrambi i campi di gioco. L’unica caratteristica consigliata per chi si appresta a svolgere questo ruolo è una buona vista: le palle veloci che finiscono in prossimità della riga che delimita il campo sono difficili da interpretare. Purtroppo, questa competenza non appartiene a tutta la categoria. Ed è così che alcuni malcapitati si ritrovano ad essere arbitrati da giudici-talpa, che non vedono al di là del proprio naso.

Se girovagando per VolleyLander avvistate un esemplare di arbitro, state ben attenti a non esprimere commenti o giudizi: alcuni di essi sono molto permalosi e vi ammonirebbero anche solo per avergli detto un “Complimenti!” con tono un po’ sarcastico.

Per approfondimenti su Wikipedia: arbitro di pallavolo