mercoledì 17 marzo 2010

Le giocatrici

Andiamo ora ad analizzare le volleyLanderiane. Riconoscere una femmina di questa specie è nella maggior parte dei casi un’impresa fattibilissima: alte, non molto aggraziate nei movimenti, unghie corte, mani consumate dalla palla e talvolta lividi sugli avambracci. Se poi hai la fortuna di avvistare un esemplare in divisa, il gioco è fatto: in testa 400 pinzette di ogni forma e sfumatura cromatica, tuta maschile e borsone con dentro l’impossibile … tra cui il kit per tornare a essere una persona “normale” una volta uscita dalla palestra. Ovviamente non tutte le volleyLanderiane sono così: alcuni esemplari, infatti, cercano di rinnegare la loro natura e provano addirittura a mettersi lo smalto o a legare i capelli con una semplice coda di cavallo senza tanti fronzoli. Queste sono ovviamente tutte specie in via di estinzione.

A VolleyLander ci si vuole un sacco di bene tra le giocatrici della propria tribù, ma chissà perché le ragazze delle squadre avversarie appaiono sempre arroganti, antipatiche e sgradevoli.

Esistono una serie di riti e di gesti che accomunano gli esemplari di questa strana specie.

- Toccata portafortuna: se avvistate toccate di fondoschiena tra pallavoliste della stessa squadra state tranquilli … nulla di particolare: è un gesto comune a molte volleyLanderiane. Per spronare la compagna o semplicemente come gesto scaramantico o anche come puro tic, il significato non cambia ed è così che tra un battimano e un batticulo le ragazze si fanno forza e riescono a vincere la partita. Anche il battersi le mani è un usanza prettamente volleyLanderiana: chi non appartiene a questo mondo non riesce a capire il senso di così tanti battimano. Studi scientifici devono ancora dimostrarlo, ma c’è chi afferma che le giocatrici utilizzino questo rito per passarsi l'energia necessaria a finalizzare il punto successivo.

- Ooooh so!: chi non appartiene a VolleyLander guarda con tono mistico quello strano gesto che ogni tribù fa una volta aggiudicato il punto. Le nostre indigene, infatti, usano festeggiare la vittoria di ogni palla radunandosi in centro al campo, unendo le mani e gridando: “Oooohh…soo!” mentre abbassano o alzano le braccia a seconda delle usanze della tribù. Le versioni più bizzarre appartengono ad una sottospecie: le TRUZZ-volleyLanderiane. Quest’ultime usano comporre vere e proprie danze mistiche a seconda del tipo di punto che si è fatto: al centro toccata per terra in caso di ace, petto contro petto gridando un femminilissimo “UH” (stile gorilla) nel caso di punto muro, ecc …

Se avvistate una volleyLanderiana e siete interessati a conoscerla, avvicinatevi con molta cautela e, se volete, iniziate tranquillamente a parlarle chiedendole l’ora, commentando il tempo, o lamentandovi della crisi … ma mi raccomando … non iniziate l’argomento pallavolo! Il grosso rischio è che inizi a parlare il volleyLanderiano: in tal caso, per porre fine alla conversazione, vi consiglio di fingere un mancamento, o di simulare una telefonata urgente.

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